3829 recensioni a vostra disposizione!
   

MISSISSIPPI MASALA Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 7 settembre 1991
 
di Mira Nair, con Denzel Washington, Saita Choudhury (India - Stati Uniti, 1991)
L'ambizione di questa 34 enne regista indiana rimane la stessa, dopo l'esordio forse un po' super osannato di SALAAM BOMBAY nell'88: fondere i pregi del documentario con quelli del cinema di finzione. L'autencità del primo, la possibilità di testimoniare della realtà senza interferenza alcuna (che non sia la propria soggettività, ma questo è un altro discorso); più il filtro magico della finzione, che forza lo spettatore all'identificazione, che lo obbliga a commuoversi, ad indignarsi, ad intervenire.

Sembra la scoperta dell'uovo di Colombo, ma in effetti è meno facile farlo che scriverlo: come già SALAAM BOMBAY, anche questo nobilissimo melodramma sull'amore interazziale fra un nero americano (il fashionabile Denzel Washington) e un'indiana giunta nel profondo Sud delle armoniche a bocca dall'Uganda natale (la volitiva esordiente Sarita Choudhury) finisce col perdere l'equilibrio fra i suoi due poli di attrazione: fatalmente svicolandovi.

Le tematiche, senza nemmeno parlare delle intenzioni, sono, ci mancherebbe, encomiabili: MISSISSIPPI MASALA è un film sulla gerarchia del colore, che è una misura ancora più misera di quella della differenza. Tra il bianco ed il nero, ci dice la Nair ("lo so io che sono indiana e che sto a metà strada"), ci sono svariate sfumature d'infamia. Gli indiani del film sono rifiutati dai neri africani (MISSISSIPPI inizia con l'avvento al potere di Idi Amin Dada e la cacciata dei cittadini di origine asiatica dall'Uganda); ma a loro volta, sbarcati a gestire motel nel nuovo mondo, finiscono per trattare come feccia i neri americani che pure avevano compiuto, qualche generazione prima di loro, l'identico cammino geografico e sociale.

Quando il cinema di Mira Nair volge lo sguardo all'umanità che fa da sfondo (sia poi un maestro elementare a Kampala, o una famiglia che si occupa della pulizia dei tappeti a Jackson, Mississippi) lo fa con una sensibilità, ed una facilità innegabili: cogliendo gli sguardi, attento ai dialoghi, all'attimo fuggente degli sguardi rivelatori. Quando costruisce loro attorno delle storie (magari anche con il comprensibile desiderio, come qui, di renderle alla moda, e di venderle ad un buon pubblico di videocassette) dimostra meno senso della misura: i tempi le sfuggono, e così l'essenzialità della sceneggiatura, lo schematismo telefonato a distanza di certe situazioni quasi telenovelistiche, con i buoni tutti da una parte, i cattivi dall'altra a spartirsi la sempre piu povera capanna dello zio Tom.


   Il film in Internet (Google)

Per informazioni o commenti: info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch

Elenco in ordine


Ricerca






capolavoro


da vedere assolutamente


da vedere


da vedere eventualmente


da evitare

© Copyright Fabio Fumagalli 2024 
P NON DEFINITO  Modifica la scheda